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A trent'anni dall'ultima grande retrospettiva, la scultura di Mario Negri (1916-1987) è ospite negli spazi di Villa Necchi Campiglio, dove entra in dialogo con le stanze dell'abitazione e con alcuni pezzi della collezione Gian Ferrari. Artista e intellettuale, autore di opere intessute di raffinati rimandi culturali alla storia della scultura, amico di umanisti e scrittori (da Giovanni Testori a Vanni Scheiwiller) ma anche di grandi figure internazionali come Alberto Giacometti, Negri è stato un punto di riferimento per una certa cultura artistica e letteraria milanese. Negli ambienti disegnati da Piero Portaluppi la sua opera trova una nuova casa. Negri stesso, infatti, aveva sostenuto che le sculture non sono presenze isolate ma attori di una rappresentazione nello spazio, come erme ieratiche e solitarie di una misteriosa popolazione che parla una lingua moderna ma porta con sé un respiro antico. Realizzata in occasione della mostra a cura di Luca Pietro Nicoletti con Chiara, Marina e Maria Laura Negri, la monografia presenta i contributi del curatore e di Flavio Fergonzi, Alessandro Del Puppo, Duccio Nobili, oltre alle testimonianze di Chiara Negri, Ruggero Savinio, Enrico Della Torre, Arno Hammacher e alle opere dell'artista.